Ipnosi:
Un percorso personale
Quando si
attraversa quel periodo della vita evolutiva che è l’adolescenza, di
cui possiamo individuare il suo inizio ma, non la fine; perché
strettamente connessa alla maturità psicologica e psicosociale del singolo. La
ricerca di una propria identità, di un autonomo pensiero sul mondo,
la società, la politica, l’uomo, Dio, ecc., ti spinge ad essere
aperto e curioso a tutto, senza riserve.
Un periodo, per
quanto mi riguarda, in cui il desiderio di conoscere e capire il
mondo che mi circondava m'hanno portato a cogliere ogni esperienza
che si presentava come un sfida, senza preoccuparmi se giusta o
errata, in conformità alle regole del pensiero vigente, anzi più si
discostavano dalla realtà più mi affascinavano. Il grande S. Freud,
(padre della psicoanalisi), direbbe che la difficoltà di accettare
la mia disabilità mi portava a rimuovere la realtà per rifugiarmi
nell’ignoto e nel fantastico, una regressione nel mondo magico
infantile.
In questa fluida
atmosfera, ero un’adolescente che cercava nelle relazioni con
gli altri ma, soprattutto con la lettura di tutto quello mi capitava tra le mani,
che trattava di argomenti sull’uomo, le sue
potenzialità, i suoi misteri e tutte le possibili stravaganze.
I segreti
dell’ipnotismo, scritto da Corrado Simioni per la Sullivan
Institution srl di Sondrio (Bologna 1967), fu il mio primo
libro sull’argomento ipnosi, lo comprai per corrispondenza tramite
un’inserzione pubblicitaria che allora si trovava spesso all’interno
di giornaletti e fumetti per ragazzi: Intrepido, Tex, Selezione
ecc.., un testo-manuale “fai da te” che ancora conservo con affetto,
in ricordo di un tempo lontano. Un libro che al di là di qualche
esagerazione e forzatura presenta una visione seria e corretta
dell’ipnosi classica spaziando sul magnetismo, l’ipnosi animale e la
telepatia.
Dopo quel primo
momento passionale, i miei interessi s’indirizzarono in altri
settori e la questione rimase sospesa per diverso tempo.
Quando iniziai gli
studi universitari in psicologia l’incontro con le teorie della
scuola di Palo Alto sulla comunicazione, lo spessore di personalità
come: Paul Watzlavick, G. Bateson, J. Haley e tanti altri, con le
loro citazioni su M.H. Erickson. Risvegliarono in me l’interesse
sull’ipnosi. Così, ogni volta che mi si presentava l’occasione,
(fortunatamente il mio libraio mi faceva credito), acquistavo libri
e leggevo tutto ciò che mi capitava tra le mani sull’argomento.
Il
primo vero libro sull’ipnosi che acquistai e lessi con l’intenzione
d’imparare ed apprendere fu “Ipnosi Clinica” di Crasilnek ed Hall –
Astrolabio Editrice, subito dopo: M. H. Erickson a cura di E. Rossi “Le
Nuove vie dell’ipnosi” Astrolabio Editrice e il trattato di Ipnosi (Sofrologia)
del Prof. F. Granone Edizioni Boringhieri. Fu un inizio decisamente
impegnativo. Ma la passione non conosce limiti!
Nel 1979 studente
in psicologia ebbi l’opportunità di iscrivermi ad un corso di ipnosi
ed autoipnosi che si teneva a Perugia.
Dalle letture dei
libri avevo acquisito buone conoscenze teoriche sull’argomento ma,
non mi ero mai cimentato nella pratica d’ipnotizzare qualcuno. Pur
sapendo che la “pratica è la migliore maestra”, non avevo il
coraggio di iniziare per timore di non essere preso seriamente
dall’eventuale volontario “cavia”, la paura di sbagliare e l’ansia
mi bloccavano.
Ma, per utilizzare
l’ipnosi bisogna essere in grado di ipnotizzare, questa ovvia
asserzione è in realtà anche un ostacolo perché, oltre alla tecnica
adeguata al soggetto e alla situazione, è necessario che si possegga
una buona sicurezza personale e proprietà di linguaggio.
La volontà di
riuscire e la sicurezza, però, non sono capacità molto comuni.
Questo (come afferma Cavallaro) spiega il perché, nonostante tutti
siano teoricamente in grado di ipnotizzare, pochi sono coloro che
lo fanno in modo efficiente e costante nel tempo.
Un’altra
convinzione comune è che i soggetti ipnotizzabili siano persone
deboli, impressionabili ma, in realtà è vero esattamente il
contrario, per poter instaurare un rapport ipnotico, il soggetto
deve essere dotato di fantasia ed intelligenza per comprendere, ed
eseguire, le suggestioni proposte dall'operatore.
Comunque al di là
di tutto, non senza difficoltà, frequentai il breve corso a Perugia
con attenzione e impegno.
Era un breve corso
sulla teoria e pratica dell'ipnosi per medici e psicologi che durò
complessivamente circa 24 ore, suddivise in tre giornate.
Sicuramente per il conduttore, il corso, non aveva la pretesa si
essere esaustivo su una materia così ampia e complessa che
tutt'oggi, sotto l'aspetto psiconeurologico e biologico, richiede
approfonditi studi. Comunque il corso è risultato, a mio parere,
un ottimo e pratico apprendimento introduttivo.
Forse lo scopo vero
era quello di suscitare interesse per una funzione neuropsicologica
utilizzata da sempre in tutte le civiltà del passato remoto e
prossimo ma, abbandonata e ripresa più volte nell’era moderna. Il
conduttore era uno psicoanalista, appartenente alla Cooperativa (COODIP)
con sede centrale a Padova.
Il primo giorno,
dopo le dovute conoscenze reciproche, s’inizia con delle lezioni
incentrate sulle tecniche applicate alla medicina, in particolare
sull’anestesia ed analgesia ipnotica, (la maggioranza dei
partecipanti erano medici e odontoiatri). Per me che ero studente al
II° anno di psicologia, questa prima giornata pur se interessante,
non fu entusiasmante. Nei due giorni che seguirono, gli argomenti
erano più attinenti alle mie aspettative, si approfondirono le
tecniche e la loro possibile applicazione nei vari disturbi
psicologici: ansie, paure e difficoltà varie.
Il conduttore
invitava i partecipanti a fare esperienze pratiche d’induzione della
trance ipnotizzandoci reciprocamente.
Nonostante il mio
profondo interesse per l'argomento e la mia buona preparazione
teorica non avevo mai tentato di ipnotizzare qualcuno né provato mai
una trance.
Anche se il
desiderio d'ipnotizzare qualche persona era grande, non credevo di
essere all'altezza del compito, un compito per me così "arduo",
avevo l’ansia per il timore di fallire.
Ma, come accade
sovente in certe situazioni, improvvisamente la sensazione
d'impotenza e d’ansia svanirono e il desiderio di provarci cresceva.
Così iniziai, prima titubante, poi sempre più sicuro ed utilizzai
delle tecniche Ericksoniane, che avevo appreso dal libro le nuove
vie dell’ipnosi.
Chiesi al gruppo
se c’era qualcuno disponibile a farsi ipnotizzare da me. Il soggetto
era un giovane medico neolaureato. Utilizzai una semplice tecnica
della conta da 1 a 10 con suggestioni della chiusura degli occhi e
levitazione della mano destra.
Chiesi al giovane
medico che si prestò volentieri, di sedersi di fronte a me e di
guardarmi attentamente negli occhi...
“Desidero che mi
guardi negli occhi, con tutta l’attenzione di cui è capace.... senza
farsi distrarre dall'ambiente..... Così...va proprio bene.... E
mentre lei mi guarda.. io conterò da uno a dieci...e.. ad ogni
numero... che io pronuncerò... Lei.. si sentirà rilassato.. sempre
più rilassato... rilassato e tranquillo… e continuerà a guardarmi
negli occhi... uno ...si rilassi tranquillamente, si rilassi... si
rilassi, si rilassi… tra poco forse i suoi occhi inizieranno a
lacrimare .. è il segno che desiderano chiudersi .... e riposare…
Due... e… gli occhi si sentono pesanti… Tre... al numero cinque i
suoi occhi si possono chiudere e riposare… Quattro è rilassato e
tranquillo ... Cinque ...(gli occhi del soggetto si chiudono)... ora
che i suoi occhi sono chiusi... lei è in un lieve stato di
trance.. e se lo desidera, potrà andare in una trance più
profonda.... profonda… profonda.. man mano che conterò… E’ quando
sarò giunto al numero dieci la sua mano destra potrà sollevarsi
automaticamente, lentamente verso l'alto ... Sei... leggera…
Sette.... verso l’alto leggera… leggera, Otto…. Vada in uno stato
ipnotico profondo e tranquillo Nove... Dieci.... (la mano destra
del ragazzo inizia a sollevarsi)... la sua mano si sta sollevando
lentamente verso l'alto... lei può sentire.... il senso di
leggerezza della sua mano.... è… come una piuma trasportata dal
vento... è leggera...leggera.... leggera..”
L'induzione della
trance ipnotica richiese del tempo, circa venti minuti, durante la
trance, data la mia inesperienza, lasciavo il soggetto per lunghi
minuti senza parlare, e ciò generava nel giovane medico uno stato
di nervosismo e ansia, infatti quando lo risvegliai mi disse: "lei è
cattivo, non mi parlava ed io mi sentivo a disagio e solo".
Queste parole mi
fecero un po’ “male” non era mia intenzione essere cattivo ma,
dopo essermi auto rimproverato per l’accaduto, in un secondo tempo
ripensando all’esperienza compresi meglio diversi concetti. In
questa situazione capii appieno il concetto di “rapport”. Io e il
ragazzo avevamo un rapporto psicologico unico, oltre me egli, non
aveva nessun’altro con cui interagire. Compresi davvero il senso del
rimprovero che mi fece dopo la trance per il senso di solitudine e
di ansia che provò.
La mia seconda
“cavia” fu un ragazzo di 19 anni studente in medicina, una persona
molto emotiva e sensibile facilmente suggestionabile.
Con questo ragazzo
ho avuto due esperienze d'induzione della trance ipnotica: nella
prima trance ottenni, con la tecnica della levitazione della mano
(tecnica utilizzata da Milton Erickson e descritta da E. Rossi in
“Le nuove vie dell’ipnosi”), il soggetto raggiunse la trance
ipnotica in pochi minuti. Durante la trance suggerii delle
allucinazioni visive positive come: "oggi è una bella giornata di
sole, là giù c’è una striscia di spiaggia libera.. puoi prendere il
sole e fare un bagno e sentirti libero con una grande sensazione di
benessere.
Nella seconda
trance, con il metodo della fascinazione (descritta dal Prof.
Granone nel suo trattato di ipnosi Ed. Boringhieri) sviluppai una
catalessia totale.
Queste furono le
mie prime esperienze pratiche sull’induzione della trance ipnotica
un vero rito iniziatico, l’imprinting che ti accompagna per sempre.
In seguito ogni qual volta mi si presentava la possibilità inducevo
una trance.
Dopo
quest’esperienze si accentua, in me, la convinzione di studiare ed
approfondire questa materia con la convinzione che poteva essere
utilizzata nella mia futura professione di psicologo, così nacque
alla fine degli studi di psicologia l'idea di scrivere una tesi di
laurea sull’ipnosi terapia: "Ipnositerapia in psicologia,
psichiatria e terapia familiare"
Una tesi senza
eccessive pretese ma, al di là di tutte le possibili disquisizioni
negative e positive, è stato un’ulteriore lavoro di
approfondimento, ricerca di auto-formazione e ristrutturazione.
curriculum
vitae e professionale.htm
Per chi è interessato a un trattamento
psicologico >>>
Dott. Aulicino Vincenzo
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